I DUE TAGLI: BCE e peggioramento rating Francia -
La scorsa settimana abbiamo assistito ad un evento molto atteso in Europa: la BCE ha tagliato i tassi di interesse. Questo vuole essere un breve articolo sulle conseguenze pratiche e teoriche di tale evento
Tuttavia anche un altro accadimento è degno di nota: la riduzione del rating della Francia da parte della agenzia Standard and Poor’s
La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente annunciato un taglio dei tassi di interesse, una mossa che ha significative ripercussioni sull’economia dell’area euro. Questo articolo esplora gli effetti macroeconomici di tale decisione e le sue implicazioni per i consumatori, le imprese e i mercati finanziari.
Effetti sui Mutui e i Prestiti
Il taglio dei tassi da parte della BCE influisce direttamente sui tassi di interesse applicati ai mutui e ai prestiti. Per i mutuatari, ciò significa rate più basse e condizioni di rimborso più favorevoli, stimolando potenzialmente l’acquisto di immobili e la richiesta di prestiti.
Impatto sul Settore Bancario
Le banche si trovano di fronte a una riduzione del margine di interesse netto, ovvero la differenza tra gli interessi attivi e passivi. Nel breve termine, questo può tradursi in una diminuzione dei profitti bancari.
Tuttavia, nel lungo periodo, tassi più bassi possono incrementare la domanda di prestiti e migliorare la qualità del credito, con effetti positivi sulla stabilità finanziaria.
Effetti sull’Inflazione e la Crescita Economica
La riduzione dei tassi di interesse ha lo scopo di stimolare la spesa dei consumatori e degli investimenti aziendali, contribuendo così a sostenere la crescita economica. Un aumento della liquidità e della spesa può, infatti, contribuire a rafforzare l’inflazione verso il target desiderato dalla BCE.
Esaminiamo più da vicino le conseguenze del taglio dei tassi della BCE sui mercati finanziari, distinguendo tra il mercato azionario e quello obbligazionario.
Mercato Azionario
Un taglio dei tassi di interesse da parte della BCE può avere effetti stimolanti sul mercato azionario. Le aziende beneficiano di condizioni di prestito più favorevoli, il che può tradursi in maggiori investimenti e crescita degli utili. Questo può portare a un aumento della fiducia degli investitori e, di conseguenza, a un rialzo dei prezzi delle azioni. Tuttavia, la reazione iniziale dei mercati può essere volatile.
Mercato Obbligazionario
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, un taglio dei tassi di interesse tende a comportare un aumento dei prezzi delle obbligazioni, soprattutto quelle a lunga scadenza, e quindi un calo dei rendimenti*.
Se nel 2022 l’aumento dei tassi ha comportato una diminuzione dei prezzi delle obbligazioni, il percorso inverso (calo dei tassi) porterà un aumento dei prezzi. Il mercato obbligazionario è composto da due tipi di rendimento: le cedole (che seguono i tassi) ed il capitale che, in funzione di alcuni parametri quali durata ed importo cedolare, si muove invece in maniera opposta al movimento del tasso.
Generalmente ad un ribasso dei tassi di interesse consegue una riduzione dei rendimenti cedolari obbligazionari il che fa aumentare la propensione al rischio degli investitori che, per avere rendimenti maggiori, scelgono asset più rischiosi (azionari) che, appunto, salgono. Non per nulla a tassi minori corrisponde un impulso alla crescita economica (pil) che si
traduce, in teoria, in maggiori utili ed aumento del valore delle azioni. Il taglio dei tassi della BCE rappresenta un intervento significativo nella politica monetaria dell’area euro. Mentre offre opportunità per stimolare l’economia, presenta anche sfide, soprattutto per il settore bancario. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi futuri per valutare l’efficacia di questa misura nel contesto macroeconomico attuale. In conclusione, il taglio dei tassi della BCE è una decisione che riflette la complessità delle dinamiche economiche e la necessità di bilanciare diversi fattori per promuovere una crescita sostenibile e stabile nell’area euro.
* per calo del rendimento si intende a scadenza: un’obbligazione prezzata 100 che scade tra un anno con cedola al 4%, rende appunto il 4% in 12 mesi. Se con l’aumento dei tassi il prezzo sale a 101, a scadenza non renderà più il 4% ma il 3% in quanto rimborserà a 100. E’ chiaro che l’incremento del capitale offre l’opportunità di analizzare se può valer la pena vendere subito il tiolo per capitalizzare il guadagno
DOWNGRADE FRANCIA
Sinceramente poco cambia per i cugini d’oltralpe in quanto si parla di un passaggio da AA a AA- un livello altissimo; tuttavia questo serve per raccontare le eventuali ripercussioni che potrebbe avere la stessa cosa su la nostra Italia. Noi non siamo una doppia A come la Francia, siamo lontanissimi da quei livelli: in azzurro il rating Italia dato da ogni agenzia di rating
E’ evidente come l’Italia sia sul limite dei Paesi definiti NON sicuri. Gli effetti sarebbero ben diversi da quanto accade oggi in Francia. Molti fondi sovrani, fondi pensione, fondi obbligazionari, miliardi di masse monetarie quindi, non possono detenere in portafoglio titoli al di sotto del rating investment grade e sarebbero costretti a venderli. Ormai tutti sappiamo che più si vende e più il prezzo di una attività finanziaria cala… Decidere di investire in obbligazionario quindi non può prescindere da una analisi del rating in quanto un evento del genere potrebbe comportare perdite elevatissime costringendo l’investitore a dover per forza aspettare la scadenza dell’obbligazione con la speranza che l’emittente governativo abbia risorse per rimborsare e decida di non far intervenire le CACS.
Per questo quando investiamo è bene pianificare sì per progetti legati ad orizzonti temporali ma anche e soprattutto facendo una analisi di rischio completa, che non si basi solo sulla garanzia “eventuale” del capitale.
Diffondi questo contenuto